I PERICOLI DI PLUTONE
Si chiama New Horizons, è una sonda che sta viaggiando verso le regioni lontane del nostro sistema solare e potrebbe rischiare grosso. La sonda è diretta verso Plutone, pianeta nano molto distante dal Sole e per certi aspetti ancora poco conosciuto. Verrà raggiunto nel 2015 ma la recente scoperta che Plutone ha una quarta e una quinta luna complica lo scenario. Il fatto che questo pianetino abbia 5 lune fa sospettare che attorno ad esso vi sia in realtà una miriade di oggetti rocciosi più piccoli. Detriti originati in un remoto passato dallo scontro tra i numerosi asteroidi presenti in quella regione. Se così fosse Plutone sarebbe circondato di frammenti e la sonda si troverebbe ad attraversarli a tutta velocità. Considerato che la sonda viaggia a 14 chilometri al secondo, lo scontro anche con un  piccolo sasso sarebbe uguale a quello con un proiettile. C’è però una soluzione: determinare nuove traiettorie che permettano alla sonda di girare attorno a Plutone mantenendosi a distanza di sicurezza. L’importante è cambiare rotta prima che la sonda si avvicini troppo al pianetino, ovvero sino a dieci giorni prima che venga raggiunto il punto di massimo avvicinamento, previsto nell’estate del 2015. C’è ancora tempo ma nell’attesa sarà meglio tenere gli occhi aperti.

QUANDO IL GIORNO DURAVA 2 ORE E MEZZA
Accompagna il nostro pianeta da miliardi di anni e ancora non ci è ben chiaro da dove arrivi, o meglio, come si sia formata. Si tratta della Luna, il nostro grande satellite naturale. L’ipotesi che molti ricercatori appoggiano è quella dello scontro: quattro miliardi e mezzo di anni fa, nelle prime fasi della storia del Sistema solare, un grosso corpo roccioso delle dimensioni di un piccolo pianeta avrebbe colpito in pieno la Terra. L’impatto avrebbe prodotto una notevole quantità di detriti che compattandosi, nel corso di milioni di anni, avrebbero formato la Luna. Qualcosa però non torna: provando a ricostruire l’evento con simulazioni al computer, risulta che se le cose fossero andate così, la Luna dovrebbe essere costituita perlopiù dello stesso materiale di cui era fatto il pianeta kamikaze. Invece no: le analisi dei campioni lunari rivelano che il nostro satellite è fatto della stessa pasta della Terra. Sempre che lo scontro ci sia stato, come far tornare i conti? Facendo accelerare la Terra, assumendo cioè che all’epoca dell’impatto girasse su se stessa in appena 2 ore e mezza, contro le 5 ipotizzate in precedenza. Ci sono ben due nuovi studi, uno del SETI Institute, California, e uno del Southwest Research Institute, Colorado, che a partire da queste condizioni sono riusciti a riprodurre una evoluzione del sistema Terra-Luna consistente con le osservazioni. Ancora non è detto che le cose siano andate davvero così, ma i nuovi risultati rafforzano l’ipotesi dello scontro.

UN VICINO INOSPITALE
Vicino di casa, oramai tutti lo chiamano così: è il pianeta scoperto da un gruppo di astronomi europei presso l’Osservatrorio di La Silla, in Cile. Si trova a più di 40’000 miliardi di Km da noi: sembra tanto, ma se diciamo che questa distanza corrisponde ad appena 4,3 anni luce capiamo il motivo del nomignolo. Vicino di casa perchè orbita intorno a una delle tre stelle del sistema Alfa Centauri, le stelle a noi più vicine dopo il Sole. In quanto a dimensioni, il pianeta è simile alla Terra, per il resto invece è un inferno, troppo vicino al proprio sole, circa 6 milioni di km, per essere ospitale. La scoperta è stata effettuata misurando le piccole oscillazioni della stella, causate dall’azione gravitazionale del pianeta.

Una risposta »

  1. Giacomo Rizzo ha detto:

    Questo video risulta bloccato per noi residenti all’estero 😦

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